Infarto miocardico acuto: l’insorgenza precoce di una aritmia maligna identifica i pazienti a più alto rischio di mortalità a 30 giorni


Il significato prognostico nel lungo periodo della tachicardia ventricolare sostenuta ( TVS ) o della fibrillazione ventricolare ( FV ), precoce ( entro 48 ore ), nei pazienti con infarto miocardico acuto rimane controverso.
Dati indicano che alcuni dei benefici dell’antagonismo del sistema renina-angiotensina-aldosterone ( RAAS ) può originare da una riduzione dell’incidenza di queste aritmie in ambito infartuale.

E’ stata valutata la relazione tra la tachicardia ventricolare o la fibrillazione ventricolare precoce, e la mortalità in 16.588 pazienti, partecipanti allo studio GUSTO V ( Global Use of Strategies to Open Coronary Arteries ).
Inoltre, è stata esaminata la relazione tra l’uso al basale degli Ace inibitori o dei bloccanti il recettore dell’angiotensina ( anche noti come sartani ), le aritmie ventricolari precoci e la mortalità.

La tachicardia ventricolare, o la fibrillazione ventricolare, precoce, si è presentata nel 4.4% dei pazienti.
Rispetto ai pazienti senza gravi aritmie ventricolari, coloro che hanno manifestato una tachicardia ventricolare / fibrillazione ventricolare hanno presentato un aumento significativo della mortalità a 30 giorni ( 22% versus 5%; p
L’impiego al basale di un Ace inibitore o di un sartano era associato ad una ridotta incidenza di TVS/FV ( odds ratio, OR=0.65; p=0.008 ).

Una più bassa mortalità a 30 giorni è stata riscontrata nei pazienti con TVS/FV precoce nei pazienti che al basale stavano assumendo un Ace inibitore o un sartano, rispetto ai pazienti con TVS/FV precoce ma non in trattamento con questi farmaci ( 17.7% versus 24.2%, rispettivamente; p=0.04 ).

L’associazione tra l’antagonismo del sistema renina-angiotensina-aldosterone al basale e la mortalità è persistita dopo aggiustamento per confondenti multipli.

In conclusione, nei pazienti con infarto acuto del miocardio, la precoce insorgenza di tachicardia ventricolare o di fibrillazione ventricolare identifica quelli ad aumentato rischio di mortalità a 30 giorni.
L’impiego al basale degli antagonisti RAAS è associato a ridotta incidenza di aritmie maligne. ( Xagena2009 )

Askari AT et al, Am Heart J 2009; 158: 238-243


Cardio2009



Indietro

Altri articoli

È noto che l’emicrania e l’ipertensione indotta dalla gravidanza ( PIH ) aumentino il rischio cardiovascolare. Tuttavia, l’evidenza è limitata...


I pazienti di età pari o inferiore a 50 anni che hanno sofferto di un infarto miocardico e hanno malattie...


E' stato studiato l'Acido Linoleico dietetico e le concentrazioni plasmatiche in relazione al rischio di diabete di tipo 2 nei...


I risultati di studi storici suggeriscono che un colesterolo LDL elevato non è associato a un aumento del rischio di...


Gli studi attuali che hanno valutato il rischio di ictus, infarto del miocardio e decesso nei pazienti sottoposti a terapia...


Sebbene l'infarto miocardico silente rappresenti circa la metà del numero totale di infarti miocardici, il rischio di insufficienza cardiaca tra...


L’aumento del rischio di demenza dopo infarto miocardico può essere mediato da fattori di rischio condivisi ( ad esempio, aterosclerosi...


Uno studio ha dimostrato che i pazienti con malattia infiammatoria intestinale sono a maggior rischio di infarto miocardico. L'infiammazione cronica è...


L’attività di malattia dell' artrite reumatoide e l'infiammazione sistemica associata sono state collegate a gravi infezioni, infarto del miocardio ed...


L'infarto miocardico silente è associato a un aumentato rischio a lungo termine di insufficienza cardiaca. Sebbene l'infarto miocardico silente rappresenti circa...